Quanto costa usare dati non accurati?

Affrontiamo una triste realtà: i dati sono come le persone, invecchiano. E più invecchiano più perdono la capacità di dare risultati, esattamente come avviene al corpo umano. Le cifre riportate dalle ricerche disponibili sul mercato sono le più varie, ma hanno una cosa in comune: dimostrano che usare dati vecchi e non accurati impatta negativamente sulle performance aziendali in termini di maggiori costi e mancati guadagni.

Le aziende che gestiscono e ottimizzano i dati nel modo più efficace riescono in generale a fornire servizi di qualità superiore ai clienti, migliorare il processo decisionale, stimolare una maggiore efficienza e – last but not least – garantire la conformità con le autorità di regolamentazione.

Certo non si tratta di un compito facile. Da una parte, come sappiamo, l’insieme delle norme di riferimento è costantemente in evoluzione e questo richiede a ogni operatore professionale un continuo sforzo di aggiornamento per assicurarsi di essere in grado di reperire e utilizzare i dati in modo legale. Dall’altra gli aspetti pratici della gestione del volume e della complessità dei dati in tutta l’azienda in modo integrato e la proliferazione di “dati errati” (inaccurati, obsoleti o irrilevanti) rendono questa attività cruciale un compito che richiede un intervento praticamente quotidiano da lasciare a esperti.

Ma veniamo al nostro punto fondamentale: quanto costa usare dati “errati” nella definizione che abbiamo appena dato? In estrema sintesi, i dati errati corrispondono a clienti e guadagni persi senza voler considerare il problema della conformità legale. La “Insight Report” di Royal Mail pubblicata nel 2018 mostra che le aziende valutano l’impatto dell’uso di dati errati o imprecisi relativi a propri clienti e prospect nella misura di almeno il sei per cento del fatturato annuo totale. Se consideriamo la fatica che costa a ciascuno di noi mantenere una marginalità delle proprie operazioni a livelli accettabili, ci rendiamo conto che siamo di fronte a una voce di costo (e mancato guadagno) di importanza enorme.

Quali sono le cause che generano questi costi? Di sicuro moltissime aziende perdono una grande quantità di tempo inseguendo dei veri e propri fantasmi, rappresentati da contatti duplicati, indirizzi ridondanti e così via. Ma altrettanto grave è l’impatto che un dato errato o inaccurato esercita sul processo decisionale aziendale: il “Past, Present, and Future of Data” report di Dun & Bradstreet mostra che quasi una azienda su cinque riconosce di aver perso un cliente a causa dell’utilizzo di informazioni inesatte o incomplete, problema che nei settori dove il singolo cliente ha un lifetime value elevato diventa cruciale per la sopravvivenza dell’azienda.

Ora, se i dati errati compromettono la capacità aziendale di affrontare le sfide di business è evidente che sono i dati corretti, puliti e aggiornati a giocare un ruolo fondamentale per far vincere queste sfide, proteggendo al tempo stesso l’azienda da sanzioni sempre più forti per il mancato rispetto delle normative sulla protezione dei dati. Diamo quindi una definizione di dati puliti: questi sono dati precisi, aggiornati, non corrotti e pertinenti. Nel mondo in cui i dati sono il nuovo petrolio, stiamo parlando del carburante che muove il motore delle aziende moderne.

Vogliamo dare qualche esempio di dati errati?

  • Elementi di contatto per clienti e prospect deceduti o persi, con relativi danni di immagine e sprechi di risorse.
  • Dati personali conservati più a lungo del necessario rispetto allo scopo per il quale sono stati elaborati, violando i dettami del GDPR.
  • Dati duplicati e ridondanti, con deviazione del processo decisionale, spreco di risorse e falsificazione delle intuizioni derivanti dall’utilizzo di tecniche di apprendimento automatico (machine learning).

I vantaggi dell’uso di dati puliti, aggiornati e corretti sono allora evidenti:

  • In ambito marketing, una campagna che utilizza dati di alta qualità raggiunge il giusto contatto target con le offerte più adatte, aumentando la quantità di lead, migliorandone la qualità e incrementando il ritorno sull’investimento.
  • In ambito vendite, la forza commerciale è messa in grado di contattare in modo affidabile i clienti e prospect evitando di perderli per strada o di trattarli in modo non corretto.
  • In ambito conformità e protezione legale, l’uso di dati “buoni” permette di evitare sanzioni e danni al marchio correlati. Il rispetto del GDPR e di altre normative globali sulla protezione dei dati richiedono alle aziende di mantenere dati puliti.

Insomma, disporre di dati corretti e aggiornati non è più un’opzione per le aziende che vogliono restare e crescere nel loro mercato: è un obbligo imprescindibile che per essere soddisfatto necessita di un partner affidabile come Addressvitt. Grazie ai nostri database e alle soluzioni di trattamento e gestione dei dati possiamo arricchire, aggiornare e migliorare la qualità delle vostre basi dati aiutandovi a ottimizzare i costi e pianificare in modo mirato ed efficace le campagne di comunicazione e marketing finalizzate alla ricerca e fidelizzazione dei clienti.

Share:

Altre risorse

Direct Marketing

Il potere della stampa per i nativi digitali

Ormai molti marchi che hanno i nativi digitali come target principale se non unico lanciano progetti di marketing esclusivamente basati sulla comunicazione… Scopri di più

Mailing Service

Vivremo in un futuro di plastica?

A leggere le recenti notizie di cronaca nazionale ed internazionale, forse no. Ad esempio, a partire dallo scorso agosto, all’interno del San… Scopri di più

inCharta

InCharta, la transizione verso un futuro verde

Una delle operazioni cardine del flusso di lavoro di una campagna di marketing diretto, nonostante la sua apparente semplicità e “povertà”, è… Scopri di più